Jacques Doillon: Mes séances de lutte

JACQUES DOILLON   MES SÉANCES DE LUTTE   (Francia 2013, 99 min., col., drammatico)   “L’amore è una lotta continua”. Banalità in stile social network? Può darsi, ma sviscerata e analizzata da Doillon in Mes séances de lutte assume un significato più profondo. Il rischio didascalismo è certamente dietro l’angolo, così come la presunzione o la superficialità nell’accostarsi all’argomento, ma il merito del regista risiede tutto nell’aver realizzato una pellicola Continua...

Jonathan Glazer: Under the Skin

JONATHAN GLAZER UNDER THE SKIN (GB 2014, 108 min., col., fantascienza)   Un essere si dispiega sulla Terra a caccia di uomini, come un cacciatore alla ricerca della selvaggina.   Under the Skin è un film importante. Il lavoro di Glazer è uno di quelli che lasciano il segno e che delineano la storia artistica del cinema. Noto ai più per i suoi caratteristici videoclip, il regista esplora le paure umane senza commentarle. Le didascalie o i saggi ridondanti ed esplicativi di chi vuole Continua...

Andrey Zvyagintsev: Leviathan

ANDREJ ZVYAGINTSEV Leviathan (Russia 2014, 140 min., col., drammatico) Ci sono film necessari e importanti, film che dovrebbero scuotere e far discutere, film che sono studiati per indignare e mettere in luce i mali della società. Leviathan di Andrej Zvyagintsev è tutto ciò, e non potrebbe importarcene di meno. Non intendiamo rivangare come talebani i nostri punti di riferimento a sostegno delle nostre tesi; e beninteso, non consideriamo la pellicola russa in concorso a Cannes un brutto Continua...

Xavier Dolan: Mommy

XAVIER DOLAN Mommy (Canada 2014, 134 min., col., drammatico) Non cambia l'opinione su Dolan, anche se il suo ultimo film ci obbliga a cambiare il modo di porci nei confronti del regista. Occorre, per un cinema così giovane, dare una scrollata anche ai nostri schemi, al fine di evitare un ristagno di critiche già invecchiate. Sarebbe infatti uno spreco di parole soffermarci sugli aspetti del cinema di Dolan che non ci piacciono, perchè a tutti gli effetti ci rendiamo conto (ci arriviamo Continua...

Olivier Assayas: Sils Maria

OLIVIER ASSAYAS Sils Maria (Francia/Svizzera 2014, 124 min., col., drammatico) A 59 anni e in stato di grazia, dopo aver portato sullo schermo il terrorista narciso Carlos, dopo aver rievocato in chiave autobiografica i moti di protesta giovanili in Apres Mai, Olivier Assayas piazza un altro colpo da maestro con un film che parla del presente, del cinema e di noi. Non siamo mai stati timidi affermando quanto ci piace Assayas, e anche stavolta non ci gireremo attorno: Sils Maria è un film Continua...

Nuri Bilge Ceylan: Winter Sleep

NURI BILGE CEYLAN Winter Sleep (Kis Uykusu, Turchia 2014, 196 min., col., drammatico) Con la Palma d'Oro a Winter Sleep, Cannes consacra Nuri Bilge Ceylan, ma soprattutto celebra sè stesso. Ceylan, che a mani basse può a questo punto ambire al titolo di (uno dei) massimi cineasti contemporanei, deve tanto al festival francese che per gran parte della sua carriera l'ha sostenuto mettendolo, non senza meriti, nella giusta luce. Prima del Gran Prix Speciale assegnatogli con C'Era una Volta Continua...

Daniel Wolfe: Catch Me Daddy

DANIEL WOLFE Catch Me Daddy (UK 2014, 107 min., col., drammatico) Visto in occasione della rassegna "Cannes e dintorni" Difficilmente avremmo scelto di affrontare Daniel Wolfe se non avessimo prima visto uno dei suoi lavori, Time To Dance, forse uno dei più bei videoclip degli ultimi anni, gioiellino che in soli 8 minuti racchiude il potere suggestivo di un lungometraggio. Tanta dunque la curiosità quando abbiamo individuato il suo film d'esordio nella lista della Quinzaine des Realisateurs. Wolfe Continua...

Ari Folman: The Congress

ARI FOLMAN   THE CONGRESS   (Usa 2013, 122 min., col., fantascienza, animazione) Ora basta. È un argomento alla moda, sulla bocca di tutti e che riempie pagine e pagine di parole, ma non se ne può più. Ora che si è preso atto della morte del cinema come si è inteso finora, non si può guardare oltre? Non si mette in dubbio la difficoltà di voltare pagina, ma è necessario compiere questo gesto. The Congress di Ari Folman, invece, piange (di nuovo) sul latte versato. Robin Wright Continua...

Lech Majewski: Onirica. Field of Dogs

LECH MAJEWSKI   ONIRICA. FIELD OF DOGS (Ita., Pol., Swe. 2014, 102 min., col., drammatico)   Lech Majewski chiude il trittico dell’Arte con un’opera importante. Dopo lo studio di Hieronymus Bosch in Il giardino delle delizie e di Pieter Bruegel in I colori della passione, l’artista poliedrico con Onirica. Field of Dogs si affida a Dante. Regista, pittore e scrittore, Lech Majewski è un intellettuale del cinema. Gonfi di “conoscenza” (e non di citazioni) le sue pellicole permettono Continua...

Abel Ferrara: Welcome to New York

ABEL FERRARA Welcome to New York (Usa/Francia 2014, 124 min., col., drammatico) E' bello, dopo tante visioni dimenticabili, tornare a respirare vero cinema, seppur non all'interno di una sala cinematografica: tanta è stata l'attenzione  rivolta all'ultimo film di Ferrara, e non solo per le ovvie implicazioni scandalistiche che l'hanno accompagnato, quanto per le circostanze di distribuzione nelle quali il film è stato lanciato e distribuito, cioè esclusivamente in rete in concomitanza Continua...