Nicolas Winding Refn: Drive

Driver è uno stuntman part-time che di giorno lavora in un’officina e di notte fa l’autista a ladri e rapinatori. Driver pensa e agisce come una macchina: la sua regola impone che i suoi “passeggeri” compino i loro affari nell’arco di cinque minuti, dopo i quali lui taglia la corda, con o senza di loro. La sua vita cambierà dopo l’incontro con la vicina Irene, sposata con un malvivente che lo metterà nei guai.

Mike Leigh: Another Year

Un altro anno. Quattro stagioni, quattro storie legate dalle relazioni umane.
Gerri (Ruth Sheen) è psicologa, Tom (Jim Broadbent) è geologo industriale. La loro vita è felice: hanno un figlio, degli amici, delle attività e delle occupazioni extralavorative (hanno un orto). Perchè loro sono appagati dalla vita e gli altri no?

Terrence Malick: The Tree Of Life

Su The Tree Of Life, come su ogni grande opera, si potrebbero scrivere volumi e parlare per ore. Noi non pretendiamo di affrontare un discorso globale su questa pellicola. Dando per scontato un giudizio estremamente positivo sui valori artistici del film e sulla forza cosciente del suo regista, sorvoliamo gli aspetti (seppur centrali e determinanti), filosofico-meditativi dell’opera per concentrarci sul valore strettamente estetico, e soprattutto strutturale, della pellicola.

Olivier Assayas: Carlos

Numeri: Girato in 92 giorni realizzando 330 minuti di pellicola, in 10 paesi di 3 continenti diversi, 8 lingue parlate, con oltre 100 attori e un budget di 18 milioni di dollari. Racconta 20 anni di vicende geopolitiche, in un epoca (anni ’70 e ’80) ricostruita fedelmente grazie a un grandioso lavoro di ricerca e documentazione, attorno a uno dei personaggi più controversi del secolo scorso.

Noah Baumbach: Lo Stravagante Mondo Di Greenberg

L’uomo (o gli uomini) che hanno l’incarico di italianizzare i titoli dei film stranieri dovrebbero licenziarsi, riflettere e redimersi. Perchè non lasciare Greenberg, titolo originale, che spiega letteralmente tutto di questa pellicola? Devono essersi limitati a leggere la trama, o peggio aver sbirciato di sfuggita la locandina.

Winter’s Bone – Un gelido inverno

Un film quasi alla Coen, che riesce a mescolare abilmente il drammatico e il thriller.
La giovane Ree Dolly (Jennifer Lawrence) ha sulle spalle l’intera famiglia (una madre depressiva, una sorella e un fratello più piccoli) dopo che il padre, spacciatore e produttore di metanfetamine, è andato in prigione. La già difficile situazione familiare esplode dopo che lo stesso genitore, impegna la fattoria per pagarsi la cauzione e sparire nel nulla.

Nord

Il Grande Bianco, una motoslitta, le sigarette e l’alcol. Sono questi gli amici/nemici di Jomar Henriksen (Anders Baasmo Christiansen), ragazzo in piena depressione e senza nessuno obiettivo nella vita. Dopo una caduta con gli sci e il conseguente ritiro dalle competizione, Jomar si perde e vede il vuoto davanti a sé: trascura la moglie che lo lascia, si abbandona all’alcol e al fumo, gestisce in malo modo una baita adibita alla vendita di sci e skipass.

Analisi de “Il Petroliere” di Paul Thomas Anderson

Una vallata della California. Musica ronzante, un continuum implacabile. Picconate. Una miniera d’argento. Poi un martello percussore cade per caso, facendo affiorare fango nero sulla superficie. La miniera diventa un pozzo. Crolla un argano e muore un operaio. Dieci minuti di cinema assoluto, assenza di dialoghi, fredda rappresentazione.

David O. Russell: The Fighter

La storia di due pugili e della loro famiglia. Due fratelli, provenienti dallo stesso ambiente, i quartieri proletari della provincia americana, completamente diversi fra loro: nell’intervista che apre il film, uno di loro dice: “io gioco d’esterno, lui incassa, di’interno”.

Danny Boyle: 127 Ore

Danny Boyle o si ama o si odia. Delle sue opere passate, ci si accorge che ottiene sempre critiche O buone O pessime, quasi mai vie di mezzo.