Ana Lily Amirpour: A Girl Walks Home Alone at Night
Nicolas Winding Refn: The Neon Demon
Denis Villeneuve: Sicario
Michael Mann: Blackhat
David Fincher: L’Amore Bugiardo – Gone Girl
Dan Gilroy: Lo Sciacallo
Paul Schrader: The Canyons
A quanto pare The Canyons, il nuovo film di Paul Schrader, o si ama o si odia. Se si resta in superficie, si corre il rischio di odiarlo, mentre se ci si sprofonda al suo interno, per mezzo di una riflessione sui media, si corre il rischio di amarlo.
Denis Villeneuve: Prisoners
Affascinato dall’aumentare della tensione che si crea, in America, tra individuo e istituzioni, il canadese Denis Villeneuve offre la sua personale visione del sotto-genere thriller targato “parenti giustizieri”, che a Hollywood negli ultimi dieci anni ha riscosso un certo successo, nel bene (Mystic River) e nel male (i due Taken). Se nei film citati i protagonisti erano in qualche modo speciali, che fossero ex-carcerati (Penn) o ex-agenti della CIA (Neeson), in Prisoners l’attenzione è posta sull’everyman di periferia, Keller Dover, interpretato da Hugh “Wolverine” Jackman. E più che su una banale resa dei conti, la narrazione si avvita attorno alla degenerazione di un idea, squisitamente americana, di fiducia in sè stessi, che porta l’uomo di sani principi a rapire e torturare (Guantanamo non è lontana); mentre lentamente l’attenzione viene indirizzata più sulla disperazione della vittima (o carnefice?) che sul caso in sè.
Brian De Palma: Passion
De Palma sta seguendo un percorso analogo a quello di Coppola: dall’euforia delle major americane al cinema indipendente. Ha voltato le spalle all’industria, anche perché non c’è più spazio per film adulti nel cinema hollywoodiano.