I video del sabato: Il Maestro (Chemical Brothers e White Stripes)

Non si può parlare di videomusica senza pubblicare innanzitutto due videoclip del Maestro. Uno classico (e forse il suo migliore) e uno più recente.

Michel Gondry: Chemical Brothers – Let Forever Be (1999)
Il Capolavoro.

Quando uscì nel 1999, Ghezzi trasmise questa clip su Fuori Orario. Un’opera così difficile e complessa non gli poteva certo sfuggire. E’ un video di una bellezza indeterminabile. La quantità di tecniche e virtuosismi cinematografici è immensa: apoteosi estrema della forma. A questo punto il regista aveva già diretto moltissimi video (per cui bisognerebbe scrivere un libro a parte) ma è qui che le sue idee raggiungono pieno compimento, superando il limite, lambendo l’eccesso. Quadri in movimento, ritaglio frenetico dello spazio, prospettive mutanti, orgia di effetti d’ogni tipo, Let Forever Be è un’opera ineguagliabile, una cascata di immagini speculari e moltiplicanti. Ottenne all’epoca una montagna di riconoscimenti e consacrò definitivamente il regista.

Il video mostra una commessa che sogna di essere una ballerina, finendo per diventare lei stessa un “effetto video”; inutile approfondire oltre, le parole sono sprecate al cospetto di tale potenza visiva.
Michel Gondry: White Stripes – The Denial Twist (2005)
Gondry era ormai un regista affermato all’uscita di questa clip. La sua avventura nei lungometraggi però non gli aveva privato un grammo di fantasia o di capacità espressiva. Il giochino di questo eterno dodicenne qui non sono tanto negli “effetti” (che pure ci sono, e che effetti!) ma piuttosto nella sperimentazione con lo spazio e il tempo.

The Denial Twist è filmato in piano-sequenza con un tempo differente tra clip e spettatore: viene infatti mostrata una giornata vissuta dal duo come se si svolgesse nella durata esatta del videoclip. Lo spazio invece, è un labirinto fatto di immagini deformate e di dimensioni irreali: sembra di stare dentro Alice Nel Paese Delle Meraviglie.

Insomma, un’altra goduria per gli occhi.

 
Stefano Uboldi