Tutti a casa

Siamo in Veneto; il giorno è l’8 settembre 1943, famoso per l’armistizio. Il sottotenente Innocenzi (Alberto Sordi) e il suoi soldati apprendono tardi la notizia di Badoglio (“Signor colonnello, accade una cosa incredibile… I tedeschi si sono alleati con gli americani! Ci stanno attaccando!”). Non sapendo che pesci pigliare, Alberto Sordi e i suoi uomini si dirigono verso il primo centro militare italiano. Lungo la strada, però, il suo reggimento si sfalda: i soldati sono stanchi e desiderano tornare a casa. Tutti, tranne il geniere Ceccarelli (Serge Reggiani) – che deve arrivara a Napoli – e il sergente Fornaciari (Martin Blaser) – che abita nelle vicinanze -, abbandonano Innocenzi.

Il federale

Siamo nel 1944, ormai vicini alla fine della guerra. Il graduato della milizia fascista Primo Alcovazzi (Ugo Tognazzi) è incaricato di recuperare il dissidente politico Erminio Bonafé (Georges Wilson) e portarlo a Roma, in cambio di una promozione: diventare federale. Durante il percoso, però, la situazione politica italiana si capovolge: Roma è liberata e sono i fascisti ad essere perseguitati.

Juan Jose Campanella: Il Segreto Dei Suoi Occhi

C’è una scena, in “Il segreto dei suoi occhi”, che da sola vale il prezzo del biglietto.

Nel ristretto spazio di un ascensore un criminale carica la sua pistola. Si prepara ad eliminare il prossimo dissidente del regime argentino. Quello degli anni ’70, di Isabel Pèron, dei primi desaparecidos. E’ appena stato arrestato: ma poco importa se è un sadico stupratore e assassino, è un’arma dello Stato, e viene rilasciato subito dopo l’arresto. Insieme a lui nell’ascensore, protagonisti del film, i suoi inseguitori impotenti e ammutoliti: Benjamin Esposito e il suo capo, Irene Menendez.