Il discorso del re
Il discorso del re
(The King’s Speech, UK/Australia 2010, 111 min., drammatico/storico)
Siamo nel Regno Unito, durante gli anni che precedeno lo scoppio della seconda guerra mondiale. Il duca di York (Colin Firth), figlio di re Giorgio V, è un signore timido e riservato che soffre di balbuzia fin dalla più tenera età. Spinto da sua moglie Elisabetta (Helena Bonham Carter) decide di frequentare i corsi del logopedista Lionel Logue (Geoffrey Rush). Alla morte di re Giorgio V e all’abdicazione di re Edoardo VIII, il duca di York diviene inaspettatamente re Giorgio VI. Grazie all’aiuto dell’amico Lionel, il re riuscirà a governare superando i suoi problemi di balbuzia negli anni più difficili della storia del novecento.
Poco o nulla si sapeva di questo episodio “umano” della monarchia inglese, offuscato dalla storia (e forse dalla stessa casa regnate). Risulta impossible, ad ogni modo, non “con-vivere” le difficoltà del personaggio, grazie alla grandissima interpretazione di Colin Firth (viene quasi spontaneo aiutarlo a “tirar fuori di bocca” quelle parole) e alla direzione del regista Tom Hooper, il quale decide volutamente di non soffermarsi su aspetti banali della vita di un re. L’incoronazione, ad esempio, non viene mostrata. Il cineasta, infatti, si sofferma sulle prove ufficiali della cerimonia e sulla visione successiva della famiglia reale dell’episodio, attraverso la proiezione di un vero cinegiornale dell’epoca. Non meno importanti risultano le interpretazioni di Geoffrey Rush e di Helena Bonham Carter.
Il “clima” inglese dell’epoca è ben ricostrutito e la fotografia “grigia” di Danny Cohen non fa che risaltare in maniera eccellente questo aspetto. Il film, inoltre, non manca di aspetti divertenti: le prime sedute da Lionel Logue e i momenti da “attore” mancato dello stesso logopedista
Pellicola interessante e preziosa per la stroria del cinema.
Mattia Giannone
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