Olivier Assayas: Carlos

Numeri: Girato in 92 giorni realizzando 330 minuti di pellicola, in 10 paesi di 3 continenti diversi, 8 lingue parlate, con oltre 100 attori e un budget di 18 milioni di dollari. Racconta 20 anni di vicende geopolitiche, in un epoca (anni ’70 e ’80) ricostruita fedelmente grazie a un grandioso lavoro di ricerca e documentazione, attorno a uno dei personaggi più controversi del secolo scorso.

Noah Baumbach: Lo Stravagante Mondo Di Greenberg

L’uomo (o gli uomini) che hanno l’incarico di italianizzare i titoli dei film stranieri dovrebbero licenziarsi, riflettere e redimersi. Perchè non lasciare Greenberg, titolo originale, che spiega letteralmente tutto di questa pellicola? Devono essersi limitati a leggere la trama, o peggio aver sbirciato di sfuggita la locandina.

Paul Haggis: The Next Three Days

Una sorridente famiglia americana si sveglia al mattino, e, neanche il tempo di finire uova e bacon, si ritrova mezza polizia in casa. Mamma viene arrestata perchè ha ucciso il suo capo, tutte le prove portano a lei. Papà (Russel Crowe) non ci crede, e dopo due anni di carcere e appelli anche l’avvocato getta la spugna. Si presentano due strade: accettare il destino della moglie (che tenta nel frattempo il suicidio) o…farla evadere.

Winter’s Bone – Un gelido inverno

Un film quasi alla Coen, che riesce a mescolare abilmente il drammatico e il thriller.
La giovane Ree Dolly (Jennifer Lawrence) ha sulle spalle l’intera famiglia (una madre depressiva, una sorella e un fratello più piccoli) dopo che il padre, spacciatore e produttore di metanfetamine, è andato in prigione. La già difficile situazione familiare esplode dopo che lo stesso genitore, impegna la fattoria per pagarsi la cauzione e sparire nel nulla.

James L. Brooks: Come Lo Sai

L’ultima pellicola di James L. Brooks, cineasta brillante ma conosciuto principalmente come creatore (insieme a Matt Groening) dei Simpson, è uscita in concomitanza ed è stata irreversibilmente eclissata da due colossi, “Il Cigno Nero” e “Il Grinta”. E’ un peccato che sia passato così in sordina, non tanto per la qualità dell’opera (che è discutibile), quanto perchè offre uno spunto di riflessione in merito a un genere evergreen che però solo di rado si rinnova: la commedia romantica. Ma prima veniamo al film.

Nord

Il Grande Bianco, una motoslitta, le sigarette e l’alcol. Sono questi gli amici/nemici di Jomar Henriksen (Anders Baasmo Christiansen), ragazzo in piena depressione e senza nessuno obiettivo nella vita. Dopo una caduta con gli sci e il conseguente ritiro dalle competizione, Jomar si perde e vede il vuoto davanti a sé: trascura la moglie che lo lascia, si abbandona all’alcol e al fumo, gestisce in malo modo una baita adibita alla vendita di sci e skipass.

Pioggia

Amsterdam durante un temporale, dal suo inizio alla sua fine: un percorso ciclico.

Stramilano

Milano prima degli anni ’30, in pieno regime fascista. Milano dall’alba al tramonto, la periferia (dove ci si muoveva coi carri) e il centro storico (con le automobili e i tram), l’industria manufatturiera e quella tessile, la moda e la danza.

David O. Russell: The Fighter

La storia di due pugili e della loro famiglia. Due fratelli, provenienti dallo stesso ambiente, i quartieri proletari della provincia americana, completamente diversi fra loro: nell’intervista che apre il film, uno di loro dice: “io gioco d’esterno, lui incassa, di’interno”.

Manhattan

Manhattan, semplicemente Manhattan dall’alba al tramonto. I suoi grattacieli, il brulichio di persone che si recano al lavoro, le navi, l’oceano.