James L. Brooks: Come Lo Sai

JAMES L. BROOKS

Come Lo Sai

(How Do You Know, Usa 2010, col., commedia)

Capisci quello che vuoi e impara a chiederlo

L’ultima pellicola di James L. Brooks, cineasta brillante ma conosciuto principalmente come creatore (insieme a Matt Groening) dei Simpson, è uscita in concomitanza ed è stata irreversibilmente eclissata da due colossi, “Il Cigno Nero” e “Il Grinta”. E’ un peccato che sia passato così in sordina, non tanto per la qualità dell’opera (che è discutibile), quanto perchè offre uno spunto di riflessione in merito a un genere evergreen che però solo di rado si rinnova: la commedia romantica. Ma prima veniamo al film.

Da una parte c’è Lisa (Whiterspoon), campionessa di softball che, rifiutata dalla sua squadra, non sa quale direzione prendere nella sua vita; pronta a rimettersi in gioco, si “consola” nel suo momento di massima indecisione con Matty (Wilson), aitante giocatore di baseball. Dall’altra George (Rudd), ingenuo uomo d’affari accusato delle colpe fraudolente del padre (Nicholson). Il resto si scrive da sè. I personaggi sono azzeccati: Owen Wilson nel suo ruolo congegnale di bonaccione superficiale egocentrico; Rudd balbettante, tenero e imbranato; la Witherspoon donna sveglia e autosufficiente del terzo millennio, in realtà fragile sull’orlo di una crisi di nervi.

Vedere questo film dà una strana sensazione: non si ride molto, mentre si oscilla in continuazione tra dramma e commedia. La regola ferrea per cui ogni commedia romantica è categoricamente prevedibile (incontro-innamoramento-crisi-riavvicinamento) è qui infranta per favorire uno sviluppo meno spettacolare e più credibile. Non si trova la volgarità imperante in questo genere, diventata condizione necessaria e sufficiente per raggiungere il grande pubblico (infatti non l’ha fatto). Non si trova conforto nemmeno nei luoghi comuni del genere: ad esempio, il “triangolo” non è evidenziato e non c’è la classica competizione tra i “contendenti”.

Brooks è autore pluripremiato di pellicole sentimentali, da “Voglia di Tenerezza” (5 p.Oscar) a “Qualcosa è cambiato” (2 p. Oscar), una delle più sofisticate ed efficaci commedie degli ultimi anni. Come regista ha sempre dimostrato sensibilità e delicatezza, nonchè una forma di spontaneità, di garbo nel comunicare “dritto al cuore”, che manca a mio avviso a colleghi sopravvalutati come Nancy Meyers (artificiosa, ruffiana) o Woody Allen (petulante, auto-referenziale). Una messa in scena credibile sorretta da una sceneggiatura di ferro: vi sono frasi memorabili (come in “Qualcosa è Cambiato”): “A tutti noi basta una piccola correzione perchè la nostra vita funzioni” e “Come lo sai che sei innamorato? Quando metti il preservativo con le altre”

La pellicola è stata un flop in america. Complice è anche il fatto che a una prima visione appare come un “pasticcio” senza chiara identità. In realtà possiede una profondità di comunicazione, tanto forte nei dialoghi quanto nel silenzio (sguardi e tentennamenti), in grado di spiazzare lo spettatore.

La gente vuole sentire ciò che già conosce.

Stefano Uboldi