Rushmore

Max Fisher (Jason Schwartzman) è un ragazzo di 15 anni che frequenta con scarsi risultati il college Rushmore. I suoi principali interessi sono: le recite teatrali, fondare nuovi club o associazioni, partecipare ad ogni attività extracurriculare.

Benvenuti a Zombieland

In un’America post-apocalittica invasa da zombie, la specie umana è ormai una rarità. Ma non solo: oltre ad essere in via d’estinzione, la sua carne è molto ricercata e prelibata.

Hollywood Ending

Un regista ormai alla frutta, Vil Waxman (Woody Allen), riceve un nuovo incarico per un film niente meno che dalla sua ex moglie (Téa Leoni ) e dal produttore (Treat Williams) che esce con lei.

La maledizione dello Scorpione di Giada

Chris Magruder (Dan Aykroyd) ha appena ingaggiato, per la sua compagnia assicurativa, Betty Ann Fitzgerald (Helen Hunt) per riorganizzare il settore. C.W. Briggs (Woody Allen), investigatore della stessa compagnia, non la sopporta (“Ehi, ti sei fatta i gargarismi con la tequila?”) e lei non sopporta lui (“Se non ti levi dal mio alluce finisci a cantare da castrato in qualche avanspettacolo”).

Il sorpasso

Bruno Cortona (Vittorio Gassman) è un quarantenne romano, cialtrone, incline al bivaccamento, amante delle belle donne e delle automobili. Rimasto a Roma il giorno di Ferragosto, è alla ricerca di sigarette (tutti i tabaccai sono chiusi) e di un telefono pubblico. Per caso incontra Roberto Mariani (Jean-Luis Trintignant), rimasto a Roma per preparare gli esami universitari. Sotto la spinta di Bruno, i due intraprendono un viaggio che li porterà sempre più lontano dalla città, fino all’epilogo tragico della morte di Roberto.

Una vita difficile

Durante la guerra, il giornalista Silvio Magnozzi (Alberto Sordi), di origini romane, è partigiano a Como. Qui incontra quella che sarà la sua futura moglie: Elena Pavinato (Lea Massari). Dopo essersi sposati e trasferiti a Roma, i due, a causa delle ristrettezze economiche, conducono una “vita difficile”. Silvio, nonostante tutto, è felice perchè possiede degli ideali saldi su cui fondare la propria esistenza; sua moglie, invece, vorrebbe che la condizione familiare cambiasse, anche per dare un futuro al figlio Paolo, nel frattempo venuto alla luce. Questa divergenza è irrecuperabile e porta alla loro separazione.

Divorzio all’italiana

Il barone siciliano Ferdinando Cefalù (Marcello Mastroianni), detto Fefè, è sposato da una decina di anni con l’assillante Rosalia (Daniela Rocca), non molto bella ma, in compenso, piena di amore nei suoi confronti. Fefè, però, è innamorato di sua cugina Angela (Stefania Sandrelli). La legge non prevede ancora il divorzio, ma vige ancora, soprattutto in Sicilia il delitto d’onore punito con una pena molto bassa.

Tutti a casa

Siamo in Veneto; il giorno è l’8 settembre 1943, famoso per l’armistizio. Il sottotenente Innocenzi (Alberto Sordi) e il suoi soldati apprendono tardi la notizia di Badoglio (“Signor colonnello, accade una cosa incredibile… I tedeschi si sono alleati con gli americani! Ci stanno attaccando!”). Non sapendo che pesci pigliare, Alberto Sordi e i suoi uomini si dirigono verso il primo centro militare italiano. Lungo la strada, però, il suo reggimento si sfalda: i soldati sono stanchi e desiderano tornare a casa. Tutti, tranne il geniere Ceccarelli (Serge Reggiani) – che deve arrivara a Napoli – e il sergente Fornaciari (Martin Blaser) – che abita nelle vicinanze -, abbandonano Innocenzi.

Il federale

Siamo nel 1944, ormai vicini alla fine della guerra. Il graduato della milizia fascista Primo Alcovazzi (Ugo Tognazzi) è incaricato di recuperare il dissidente politico Erminio Bonafé (Georges Wilson) e portarlo a Roma, in cambio di una promozione: diventare federale. Durante il percoso, però, la situazione politica italiana si capovolge: Roma è liberata e sono i fascisti ad essere perseguitati.

Juan Jose Campanella: Il Segreto Dei Suoi Occhi

C’è una scena, in “Il segreto dei suoi occhi”, che da sola vale il prezzo del biglietto.

Nel ristretto spazio di un ascensore un criminale carica la sua pistola. Si prepara ad eliminare il prossimo dissidente del regime argentino. Quello degli anni ’70, di Isabel Pèron, dei primi desaparecidos. E’ appena stato arrestato: ma poco importa se è un sadico stupratore e assassino, è un’arma dello Stato, e viene rilasciato subito dopo l’arresto. Insieme a lui nell’ascensore, protagonisti del film, i suoi inseguitori impotenti e ammutoliti: Benjamin Esposito e il suo capo, Irene Menendez.