Divorzio all’italiana

Divorzio all’italiana

 (Italia 1961, 101 min., B/N, commedia)

Il barone siciliano Ferdinando Cefalù (Marcello Mastroianni), detto Fefè, è sposato da una decina di anni con l’assillante Rosalia (Daniela Rocca), non molto bella ma, in compenso, piena di amore nei suoi confronti. Fefè, però, è innamorato di sua cugina Angela (Stefania Sandrelli). La legge non prevede ancora il divorzio, ma vige ancora, soprattutto in Sicilia il delitto d’onore punito con una pena molto bassa. Fefè deve, però, trovare un amante per la sua cara sposa, in modo da giustificare il delitto. Le cose sono facili a dirsi, ma non a farsi…

Divorzio all’italiana è un autentico capolavoro. Pietro Germi gioca e ironizza con maestria sul delicato tema del delitto d’onore e della sua regolamentazione (articolo 587 del codice penale), in una Sicilia di provincia e ancora arretrata.

Ironico e graffiante nei punti giusti, la pellicola è una pietra miliare nel nostro cinema e non solo, tanto che “divorzio all’italiana” divenne un modo di dire in tutto il mondo.

Famose sono le elucubrazioni mentali di Fefè per eliminare la moglie: in una pentola per fare il sapone, nelle sabbie mobili o spedita sulla luna, che anticipano – con le dovute distanze – i pensieri di Guido (ancora Mastroianni) nel felliniano 8 1/2. Altrettanto noto il tic alla bocca di Ferdinando e le avances della moglie.

La pellicola ebbe molti riconoscimenti, fra cui un premio Oscar per la miglior sceneggiatura nel ’63 (Ennio De Concini, Pietro Germi, Alfredo Giannetti), e di miglior commedia al Festival di Cannes nel ’62.

Mattia Giannone