Gli amori folli
Gli amori folli
(Les herbes folles, Francia 2009, 96 min., col., drammatico)
Quando si perdono delle cose care o vengono rubate si spera sempre in qualche modo di ritrovarle. Questo “qualche modo”, per Marguerite (Sabine Azéma), si chiama Georges (André Dussollier).
Georges, dopo aver trovato in un parcheggio di un centro commerciale il portafoglio rubato di Marguerite, inizierà a fantasticare sul suo conto esponenzialmente, fino compiere gesti sempre più irrazionali. Dopo una strenua resistenza, Marguerite cede all’amore folle di Georges, confermando che l’amore può nascere all’improvviso da una crepa della vita, come un ciuffo d’erba che spunta dall’asfalto in degrado (come dice bene, nella versione originale, il titolo Les herbes folles).
Alain Resnais conferma, nonostante i suoi 90 anni, di essere in gran forma. Forse troppo. Perdendosi in troppi virtuosismi, il cineasta francese finisce per lasciere un’opera dalle mille domande aperte, troppe rispetto a quelle dei suoi precedenti. Dalla sua ha però un ottimo cast, leggero e frivolo come i loro personaggi pronti sempre a spiccare il volo verso una nuova vita. Non è un caso, allora, che Marguerite guida aereoplani leggeri per lasciare alle spalle i problemi della pesantezza terrena e del suo lavoro di dentista. Lei volerebbe in eterno, ma c’è l’amore folle di Georges che glielo impedisce. In un’ultima follia, il sogno dei due s’infrange: sull’ultimo volo c’è anche la moglie del protagonista, che rende tutto più pesante; forse troppo per un possibile incontro – leggero – fra i due.