Frankenstein Junior

Frankenstein Junior

(Frankenstein Junior, Usa 1974, 106 min., B/N, comico)

Il genio comico di Mel Brooks riesce, con questo film parodistico, a esprimersi in maniera esaltante. Brooks, porta all’estremo le caratteristiche dei personaggi di Mary Shelley e i film di James Whale (Frankenstein e La moglie di Frankenstein), facendo emergere il lato comico e grottesco dei protagonisti.
Il nipote del barone Viktor Von Frankenstein, Frederick Frankenstein (Gene Wilder), eredita il suo castello in Transilvania. Recatosi sul posto, Frederick – il quale ha mutato il cognome in “Frankestin” per distinguersi dal celebre nonno, del quale non condivide le teorie – incontra l’aiutante Igor (Marty Feldman), l’assistente Inga (Teri Garr) e Frau Blucher (Cloris Leachman). Questa, ex-amante del barone, con un sotterfugio riesce a mostare allo scettico Frederick gli appunti e il laboratorio del nonno. Convintosi delle possibilità di genereare una vita da tessuti morti, “Frankenstin” crea un mostro (Peter Boyle). La situazione viene presa alla leggera, facendo scaturire numerose scene comiche fra i personaggi.
La pellicola è un susseguirsi di gag e battute assurde, che giungono inaspettate allo spettatore. Dalla “gobba movibile” di Igor – che si pronuncia, in realtà, “Aigor” se e solo se Frankenstein si pronuncia “Frankenstin” – al nitrire dei cavalli ogni volta che si pronuncia il nome di Blucher (iiihhhhh!), la pellicola non lascia un attimo di tregua e gioca sui doppi sensi, senza mai cadere nella banalità.
Girato in bianco e nero, Frankenstain Junior riprende non solo gli attrezzi di scena originali delle pellicole di Whale (ricollocandoli negli studi di ripresa originali e nelle stesse posizioni), ma anche lo stile registico anni venti, con transizioni marcate fra una scena e l’altra.

Mattia Giannone