Midnight in Paris – di Woody Allen

Midnight in Paris

 (Usa 2011, 100 min., col., commedia)

Gil (Owen Wilson) e Inez (Rachel McAdams) sono in visita con i genitori di lei a Parigi. Lo scopo è evidente: portare a casa la promessa di matrimonio. Il fascino di Parigi, però, abbaglia ben presto la mente del giovane Gil, il quale, sedotto dalla capitale francese, non tarderà a sentirsi un’altra persona e… in un’altra epoca.

Woody Allen esprime a meraviglia il suo amore per la città francese, riuscendo a cogliere le espressioni e le sfumature di ogni coin de rue.

Una vera e propria dichiarazione d’affetto, esplicita già dai primi cinque minuti con i vari riferimenti alle sinfonie urbane di fine anni ’20, come a sottolineare: “Il protagonista non è Owen Wilson, ma Parigi”. Sì, è anche l’incipit, l’intro o che dir si voglia, ma è molto di più di “quello” di Manhattan – dove Woody parlava a nastro su New York. La caoticità della Mela, è lontanissima da Paris: una città rimasta agli anni ’20 o a quelli della Belle Epoque – come vorrebbe il personaggio interpretato da Marion Cotillard. Parigi non si completa con le parole, sembra dirci Woody Allen: bastano le immagini, la musica e la sua storia: dai pittori agli scrittori, dagli impressionisti ai surrealisti, dagli stranieri a Parigi ai parigini stessi.

Incredibile Owen Wilson, capace anche (e vorrei fosse un “soprattutto”) di recitare in film “seri”, mostrando quelle doti già emerse nelle pellicole di Wes Anderson: immedesimazione, freschezza e leggerezza. Una leggerezza da flaneur, che gli permette di girovagare con leggiadria e malinconia nella Parigi dei suoi sogni: complimenti.

Da sottolineare, solo per dovere di cronaca, la presenza di Carla Bruni nel ruolo di una guida turistica; vi recitano anche Adrian Brody – nel ruolo di Salvador Dalì – e il comico francese Gad Elmaleh

E’ da molti film che non si vedeva un Woddy Allen così in forma.

Mattia Giannone