Christopher Nolan: Inception
CHRISTOPHER NOLAN
Inception
(Usa 2010, 148 min., col., thriller)
Il “film dell’anno” meritava un’altra recensione sul blog…d’altronde i siti di cinema stanno riversando fiumi di inchiostro, anzi di bit, sull’ultima opera di Christopher Nolan.
Non mi soffermo sulla trama, che richiederebbe 3 pagine del blog; si può dire che è composta da due parti: una prima di “training” in cui lo spettatore è istruito in modo da capire la seconda, che consiste nell'”innesto” che da il titolo al film.
Ci troviamo di fronte a un film impegnativo ma non così spiazzante come viene detto; infatti ci vengono dati gli “strumenti” per affrontarlo, come un libretto d’istruzioni, una mano che ci accompagna. Cosa che invece non succedeva in “Memento” (2000) in cui lo spettatore è vittima della non-linearità della vicenda e della deformazione della memoria, senza alcuna spiegazione rassicurante nel finale. Per “fortuna” neanche qui, ed è stata un ottima scelta lasciare allo spettatore il giudizio finale: è sogno o realtà?
Acquistare il biglietto al cinema vuol dire assicurarsi un prodotto di eccezionale regia, cast azzeccatissimo, effetti speciali e musiche straordinarie…paradossi e labirinti solleticano le meningi, in un thriller cervellotico ma non inaccessibile al grande pubblico gratificato da fenomenali architetture viventi e lotte a gravità zero.
Questo già lascia presagire il potenziale commerciale del film (si pensi al videogame in sviluppo) che poteva essere un capolavoro dei nostri tempi, perchè intelligente, originale, uno spettacolo per la mente e gli occhi, ma che rimane rinchiuso, causa show-business, nei confini del blockbuster, seppure di ottima fattura.
Come si era detto nella recensione precedente, alcune riempitive scene di inseguimenti e sparatorie servono solo a collocare il film nella convenzionale etichetta dell’ action movie.
Il soggetto del film, poi: il sogno. Eppure i sogni del film sembrano più delle sessioni di realtà virtuale (matrix..?) che esperienze oniriche; sono infatti molto artificiali (il sogno è “costruito” da architetti)..la sincronizzazione precisa dei protagonisti sui vari stati di coscienza (la sensazione di compressione temporale sarà anche vera, ma arrivare addirittura a codificarla come fosse un sistema decimale mah..) oppure le “proiezioni” del subconscio che agiscono come guardie armate, rendono tutto troppo definito, geometrico.
La storia parallela della moglie del protagonista e del suo primo innesto (finito male) è il lato migliore del film, l’elemento che complica la vicenda e la rende più personale, intima, per cui il nocciolo è: non puoi portare i tuoi demoni all’infinito, prima o poi li dovrai affrontare, nella parte più profonda della tua anima.
In tal senso quello che manca al sogno di Inception è il “flusso di coscienza” che invece è al centro di “Inland Empire”; come un fiume che abbatte razionalità e proporzione, questa davvero monolitica nel sogno inteso da Nolan. Meglio così però, questo elemento complicherebbe la vita allo spettatore in modo intollerabile, rischiando di fare un pasticcio catastrofico…
Poco importa perchè a conti fatti è un film notevole, probabilmente farà incetti di premi (anche se, chissenefrega poi..) e nobilita un regista un pò snobbato fino al Cavaliere Oscuro, ora già idolatrato come migliore del decennio.
Stefano Uboldi
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