Mostra del Cinema di Venezia 71: Il nostro commento, la nostra classifica

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The Master, To The Wonder, Spring Breakers, La Quinta Stagione, Passion, The Police Officer’s Wife, Stray Dogs, Under The Skin e The Canyons erano, negli scorsi anni sotto l’amministrazione di Alberto Barbera, pur se diversamente compiute e convincenti, opere importanti e punti d’arrivo dei rispettivi autori giunti alla realizzazione delle loro opere più personali, opere che hanno travalicato i confini del festival. Venezia 71 non ha invece offerto, a nostro parere, nessuna opera di questo genere a parte il suo vincitore: A Pigeon Sat on a Brunch Reflecting on Existence, quasi manifesto della concezione cinematografica di Roy Andersson. Siamo contenti di questa vittoria, anche se la pellicola scandinava non corrisponde pienamente ai nostri gusti (personalmente abbiamo preferito l’imperfetto ma articolato Pasolini, opera che -sospetto – proveremo molto gusto a sviscerare durante una seconda visione). Non è stata una brutta mostra, però, guardandoci indietro, abbiamo visto ripetizioni, o elaborazioni di temi nuovi e vecchi, e, molto raramente, una ricerca comunque poco precisa di qualcosa di nuovo. Chi ci legge sa quanto siamo critici nei confronti del cinema italiano: farà quindi piacere constatare dalle nostre impressioni che secondo noi alcune delle opere migliori di questa mostra battono bandiera italiana: Anime Nere, Il Giovane Favoloso, il documentario di Ferrario e Belluscone, che, forte del successo riscosso al Lido, dovremo recuperare al più presto.

Da sottolineare, inoltre, la presenza di alcune pellicole di notevole interesse nelle sezioni parallele. Su tutte Court e Labour of Love hanno portato in alto il cinema della penisola indiana, mentre Amos Gitai ha confermato il suo talento proponendo una pellicola audace e visionaria. Il suo Tsili mostra come si possa ancora parlare dell’olocausto, senza essere ridondanti e aprendo nuovissime strade. Due film francesi ci hanno inoltre convinto: Metamorphoses e Retour à Itaque. Il primo si snoda fra le pieghe ancora inesplorate di Ovidio nei giorni nostri, nella ricerca di una perfezione estetica legata alla naturalità e una purezza attoriale. Il secondo, invece, ricerca nelle certezze di una messa in scena teatrale le possibili chiavi di una narrazione incalzante. Entrambi sono ottimi lavori.

Stefano e Mattia

 

LA NOSTRA CLASSIFICA

M: Film visto da Mattia; S: Film visto da Stefano

 

AMORE INCONDIZIONATO

1) Labour of Love di Adytyavikram Sengupta (M)

2) Tsili di Amos Gitai (M,S)

RISPETTOSA CONSIDERAZIONE

3) Il Giovane Favoloso di Mario Martone (M,S)

4) Metamorphoses di Christophe Honorè (M,S)

5) Pasolini di Abel Ferrara (M,S)

6) Anime Nere di Francesco Munzi (M,S)

7) The Look of Silence di Joshua Oppenheimer (M,S)

8) The Council of Birds di Timm Krogerr (M)

9) Rethour à Ithaque di Laurent Cantet (M,S)

10) A Pigeon Sat on a Brunch Reflecting on Existence di Roy Andersson (M,S)

11) Hill of Freedom di Hong Sang-Soo (S)

12) The Postman’s White Nights di Andreij Kocalovskij (M)

13) Loin des Hommes di David Oelhoffen (M,S)

14) La Zuppa del Demonio di Davide Ferrario (S)

15) Reality di Quentin Dupieux (M,S)

16) 3 Coeurs di Benoit Jacquot (M)

17) Ghesseha di Rakhstan Banietermad (M)

18) Court di Chaitanya Tamhane (S)

19) Near Death Experience di Benoit Delephine (M)

20) Heaven Knows What di Josh & Benny Safdie (S)

21) Line of Credit di Salomè Alexi (M,S)

22) Mita Tova di Sharon Maymon (M)

23) Olive Kitteridge di Lisa Chodolenko (M,S)

24) She’s Funny That Way di Peter Bogdanovich (M,S)

25) O Velho de Restelo di Manoel de Oliveira (S)

26) They have Escaped di Jukka Pekka Valkeapaa (S)

27) No One’s Child di Vuk Rsumovic (M)

SDEGNOSA INDIFFERENZA

28) La Rancon de La Gloire di Xavier Beauvois (M,S)

29) The Smell of Us di Larry Clarke (M)

30) Jackie & Ryan di Ami Canaan Mann (S)

31) Red Amnesia di Wang Xiaoshuai (M,S)

32) 99 Homes di Ramin Bahrani (M,S)

33) Dearest di Peter Ho-Sun Chan (S)

34) The Cut di Fatih Akim (M,S)

35) Goodnight Mommy di Veronika Franz (M,S)

36) Revivre di Im Kwontaek (S)

37) Sivas di Kaan Mujdeci (M)

38) Nobi di Shinya Tsukamoto (M,S)

39) Terre Battue di Stephane Demoustier (M)

40) Good Kill di Andrew Niccol (M,S)

41) Im Keller di Ulrich Seidl (M)

42) Burying the Ex di Joe Dante (M,S)

43) Cymbeline di Michael Almereyda (S)

CHI CE L’HA FATTO FARE

44) Bypass di Duane Hopkins (S)

45) I Nostri Ragazzi di Ivano de Matteo (M)

46) The Humbling di Barry Levinson (S)

  • Martalena

    Ma “Hungry hearts” non l’avete visto? Non lo trovo nella vostra classifica.

  • http://www.icineuforici.com Stefano

    Purtroppo ce lo siamo persi, e lo stesso vale per Birdman che è stato il film di apertura: noi siamo arrivati al Lido di Venezia il 28 agosto pomeriggio. Ancora non abbiamo il potere dell’ubiquità!