Miguel Gomes: Aquele querido mês de agosto

MIGUEL GOMES AQUELE QUERIDO MES DE AGOSTO   (Por. 2008, col., 147 min., drammatico, documentario)   La libertà è figlia dell’accidente. Miguel Gomes, prima di Tabu e dopo A cara que mereces, realizza un film sull’atto creativo registico, confermando ancora una volta le sue capacità alchemiche. Un po’ documentario, un po’ finzione, Aquele querido mês de agosto mantiene intatta la fama del regista portoghese come poeta del cinema. In Aquele querido mês de agosto, si accennava, Continua...

Miguel Gomes: A cara que mereces

MIGUEL GOMES A CARA QUE MERECES (Por. 2004, col., 108 min., commedia, fantastico)   “Até aos trinta anos tens a cara que Deus te deudepois tens a cara que mereces.”  Nel primo lungometraggio del portoghese Miguel Gomes s’intravede, seppur ancora in fase embrionale, il suo interesse verso una tematica cinematografica basilare quanto essenziale: la narrazione. In A cara que mereces, come in altre occasioni, il racconto non è solo “originale”, ma è anche chiave di volta Continua...

Aldo Tambellini: Black TV

In dieci minuti, l’italo-americano Aldo Tambellini distrugge qualsiasi tentativo di percezione umana. In un miscuglio di pellicola e videotape, l’artista realizza un’opera che violenta lo spettatore.

Bruce Conner: Crossroads

Tutta la violenza, la potenza e la devastazione dell’uomo sono mostrate a ripetizione per trentasei minuti nel prezioso lavoro di Bruce Conner. Dall’astrattismo di una superficiale prima visione, Crossroads è fonte, invece, un’analisi della condizione umana.

Davide Manuli: La leggenda di Kaspar Hauser

Dopo Beket, Davide Manuli prosegue nella sua personalissima ricerca nei meandri delle contraddizioni contemporanee. La leggenda di Kaspar Hauser fa un balzo in avanti, quasi consapevole di stare martellando un ferro già caldo.

Davide Manuli: Beket

Il titolo è storpiato, ma non lo è la sostanza, la persona, l’autore. Beckett non muore con Beket, ma in esso continua a vivere eternamente, ripetendosi all’infinito come i suoi personaggi, le scenografie spoglie, il contenuto, i dialoghi delle sue pièces.

Ben Russell, Ben Rivers: A Spell to Ward Off the Darkness

Per mano dei registi, questo A Spell to Ward Off the Darkness è un liquido che si sposta fra la finzione e il documentario. Come tale, non è fortunatamente possibile etichettarlo in qualsivoglia genere. Il lavoro di Ben Russell e Ben Rivers è sia documentario sia finzione e, allo stesso tempo, nessuno dei due. A Spell to Ward Off the Darkness è un film.

Miguel Gomes: Redemption

Già apprezzato dal collega Stefano in occasione di Venezia 70, il cortometraggio di Gomes merita qualche linea di riflessione in più. In ventisei minuti si possono, infatti, dire cose che molte pellicole non riescono neanche ad accennare in un’ora e mezza. Ventisei minuti bastano al regista portoghese per realizzare un cortometraggio con i fiocchi: semplice, efficace e pungente.

Shane Carruth: Upstream Color

Se il cervello dello spettatore si era fuso di fronte all’opera prima di Shane Carruth Primer, con Upstream Color esso si ri-solidifica in un’altra forma ben lontana da quella consona per un essere umano.

Shane Carruth: Primer

Mai un viaggio nel tempo è stato espresso in tale maniera. Mai un viaggio nel tempo è stato progettato con un rigore così scientifico da poter sembrare realizzabile. Primer è un vero trip.