As mil e uma noites: Miguel Gomes

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MIGUEL GOMES

AS MIL E UMA NOITES

(Port., 381 min., col.)

Documentario e finzione, realtà e fantasia, cronaca e favola. Potremmo continuare all’infinito, come le storie di Sherazade, ma ci fermeremo per ora qui: tutto questo, e altro, è il nuovo film di Miguel Gomes, As mil e uma noites. Certo noi siamo di parte (si veda il logo de I Cineuforici), ma quest’opera è, in poche parole, davvero grandiosa. Nessuno come il regista portoghese ha la medesima “immagine” (e non abbiamo detto “idea”) di cinema.

Come altri film precedentemente recensiti, As mil e uma noites avrebbe bisogno di un tomo intero a lui dedicato per poter essere analizzato nei suoi dettagli. Noi, oltre a questa “recensione- preambolo”, analizzeremo tutte le sue parti una alla volta.

Sì, perchè As mil e uma noites è l’insieme di tre film uniti dalla narrazione di Sherazad che a loro volta si suddividono in molteplici racconti sul Portogallo odierno. La questione posta indirettamente da Gomes è chiara: è possibile raccontare la crisi portoghese cinematograficamente, creando un patto non scritto con lo spettatore e andando al di là di ciò che è noto? La domanda è retorica, perchè la risposta è ovviamente affermativa.

La scommesa è vinta, perchè allo spettatore vengono mostrate delle “immagini” sconosciute, ignote e, pertanto, vergini. La verginità di ciò che è visto non produce sorpresa, estrapolando la distizione d’hitchcockiana memoria, ma suspense. Noi non siamo stupiti da ciò che vediamo, perchè, fin dall’inizio, il regista ci annuncia ciò che vedremo. L’emozione non nasce nella sopresa della visione, bensì nell’attesa di questa. Attendiamo con ansia di vedere, ascoltare il racconto di Sherazad, proprio come nel libro. La posta in gioco è alta: come il sovrano, lo spettatore rischia di rimanere deluso e di “tagliare la testa” al regista/Sherazad.

Cosa vediamo allora? Un Portogallo in difficoltà, nella morsa dell’austerità europea, sconvolto dalla povertà e dalla crisi nella prima parte O Inquieto (Gomes non nasconde la sua avversità per questo programma europeo). La solitudine di alcuni personaggi, privati del loro stesso essere e impossibilitati nel trovare una soluzione nella seconda parte O Desolado. La speranza e la possibilità di meravigliarsi ancora per qualcosa nella terza e ultima parte O Encantado.

Per ora basti questo, ma molto altro verrà detto. Si dovrà pazientare, come il sovrano in Le mille e una notte.

 Mattia Giannone