Miguel Gomes: Tabu (analisi Paradiso perduto)

Il risveglio dalla narrazione gomeziana del prologo, è un ritorno al cinema. Si è su un livello meta-cinematografico. È la protagonista Pilar che, infatti, come lo spettatore, volge lo sguardo allo schermo per lasciarsi illudere dalle meraviglie cinematografiche, nonché dall’affabulante voce che narra le vicende dell’intrépido explorador. Il risveglio non è uno dei migliori: è il risveglio nella vita quotidiana, nel Paradiso perduto.

Paolo Sorrentino: La Grande Bellezza

Da un film intitolato La Grande Bellezza, diretto da quello che è considerato uno dei migliori registi italiani, ci si aspetterebbe il massimo. Formuliamo la domanda perentoria: E’ quindi l’ultimo di Sorrentino, inizialmente quotato e infine snobbato a Cannes, un film di grande bellezza? No, per noi non lo è.

Cannes 66: Palma d’Oro a La vie d’Adèle

Ecco i risultati di Cannes 66. A sopresa, ma acclamato da tutti, vince La vie d'Adèle di Abdellatif Kechiche. Ottimo risultato anche per i Coen, che vincono il Grand Prix. Fuori Sorrentino, per la gioia del mio collega, mentre il premio delle regia è andato a Escalante per il suo Heli. Fuori anche Ozon. La Camera d'Or, sezione molto amata da I Cineuforici per la qualità delle pellicole proposte, è andata a Ilo Ilo di Anthony Chen. Gli italiani si accontentano della menzione speciale per il corto Continua...

Cannes 66: QUINZAINE DES REALISATEURS e altri premi

In attesa della cerimonia di stasera per la Palma d'Oro, ecco i vincitori delle altre categorie. Spiccano anche alcuni risultati per l'Italia: La Quinzaine des Réalisateurs - Les Garçons et Guillaume, à table ! (Me Myself and Mum) de Guillaume Gallienne – France - The Selfish Giant (Le Géant Egoïste) de Clio Barnard – Royaume-Uni / United Kingdom - Tip Top de Serge Bozon – France (Menzione speciale) - Gambozinos (Dahus / A Wild Goose Chase) de João Nicolau - Continua...

Cannes 66: Prix UN CERTAIN REGARD

In attesa della cerimonia di stasera per la Palma d'Oro, ecco i vincitori della rassegna UN CERTAIN REGARD: PRIX UN CERTAIN REGARD L’IMAGE MANQUANTE de Rithy PANH   PRIX DU JURY OMAR de Hany ABU-ASSAD PRIX DE LA MISE EN SCENE Alain GUIRAUDIE pour L'INCONNU DU LAC PRIX UN CERTAIN TALENT Pour l’ensemble des acteurs du film LA JAULA DE ORO de Diego QUEMADA-DIEZ   PRIX DE L’AVENIR FRUITVALE STATION de Ryan COOGLER MG Continua...

Miguel Gomes: Tabu (analisi prologo)

Tabu (analisi prologo) Come promesso, verrà proposta da I Cineuforici un'accurata analisi del capolavoro di Miguel Gomes: Tabu. L'analisi, come per Holy Motors, sarà particolarmente strutturata e verrà suddivisa in tre parti con altrettanti post. Da protocollo, si partirà dal principio, ovvero dal prologo. Prima delle parole, la visione...   Accompagnato dalla musica di un pianoforte e dai titoli di testa, il prologo inizia con un emozionante piano sull’esploratore al centro Continua...

Pablo Larraìn: NO

Pellicola amara, molto amara quella di Pablo Larraìn in lizza come “Miglior film Straniero” agli Oscar 2013.

Steven Soderbergh: Effetti Collaterali

Se The Informant era l’opera di Soderbergh che poneva in maniera esplicita la questione della crisi economica (nel 2009, al suo picco iniziale), e Contagion (2011) l’opera che esponeva metaforicamente la diffidenza tipica della società moderna, più che la biologia, Side Effects è l’opera che riassume e integra i concetti che il regista di Baton Rouge, maldestramente, aveva provato a esprimere prima degli ultimi due inciampi (Knockout e Magic Mike): effetti del disagio collettivo sull’individuo (specie quando non si “sente” direttamente coinvolto dalla crisi); il senso di alienazione; l’ansia dell’uomo che vorrebbe avere il controllo su tutte le cose; la superiorità della ragione sull’istinto.

Miguel Gomes: Tabu (recensione)

Ci sono pellicole che rimangono nella mente, alcune nel cuore e, altre ancora, in entrambi. In questo olimpo, d’incontro e scontro fra mente e cuore, risiedono poche opere, pochi capolavori. Nel 2012, oltre all’idolatrato Holy Motors, un’altra opere d’arte è penetrata in questo paradiso per pochi: Tabu di Miguel Gomes.