Jeff Nichols: Take Shelter
Già regista di culto, Jeff Nichols conferma con Take Shelter le sue doti narrative ed estetiche, tutte rivolte verso quel triangolo insolito che vede come punte la “psicologia”, l'”immagine” e la “natura”.
Già regista di culto, Jeff Nichols conferma con Take Shelter le sue doti narrative ed estetiche, tutte rivolte verso quel triangolo insolito che vede come punte la “psicologia”, l'”immagine” e la “natura”.
La migliore scena di ballo degli ultimi anni
Chiedo venia per il ritardo della recensione; ma …E Ora Parliamo Di Kevin meriterebbe d’essere considerato e studiato con l’attenzione che merita. Quali ragioni per ripescarlo adesso dopo diversi mesi dall’uscita nelle nostre sale? L’eccellenza del risultato e la passione del tema, quello della maternità, mai affrontato altrove come nei termini espressi da questa pellicola.
Esce solo adesso in Italia (ma è stato in concorso a Venezia 68), per giunta solo in 53 sale (e considerando che il genere e gli attori impiegati potrebbero attirare molta gente, un altro punto di ridicolaggine si aggiunge al nostro sistema distributivo) uno dei film più sfacciatamente cattivi di quest’anno.
Solamente se Jack Kerouac fosse stato sepolto al contrario non si sarebbe rivoltato nella tomba nel vedere la pellicola del regista Walter Selles.
Il luogo, Napoli e i suoi palazzi diroccati, i piccoli mercati di piazza; l’ambiente, un ceto popolare mediocre, ultrakitsch, devoto al piccolo schermo e ai suoi fantocci; un protagonista, Luciano, che è la diretta emanazione di questa distorta fetta sociale, ingenuo padre amorevole che cerca di affermare la propria identità, prima innocuamente attraverso piccole esibizioni e poi patologicamente attraverso una morbosa ossessione per il Grande Fratello.