Perchè scrivere di Cinema?

No. Non sono impazzito recensendo due volte lo stesso film, incensandolo nel primo caso e distruggendolo nel secondo. Sebbene la mia vera opinione stia a metà tra le due strade, ho pensato che un film come questo (50/50..non a caso!) fosse un’interessante spunto di partenza per una riflessione sul… recensire un film. E’ facile intuire, leggendo le due recensioni opposte, che al di là di qualsiasi pretesa di oggettività, l’ago della bilancia si sposta comunque in base al gusto dello spettatore; ma..quanto di questo gusto deve avere il sopravvento per spiegare virtù o difetti di una pellicola?

Da quando quasi due anni fa il collega Mattia ha fondato questo blog ho cominciato, oltre a scrivere recensioni, ad addentrarmi nella “blogosfera”. E più post leggevo su altri blog, più si faceva chiassosa la domanda nella mia testa: Perché uno scrive di cinema?

Di certo uno non fonda un blog di cinema per fare il cronista cinematografico. Per essere “informati” sulle novità basta leggere le uscite settimanali su qualsiasi giornale o consultare un sito specializzato. E ben pochi ancora sono quelli che leggono recensioni per essere “informati” sulla qualità di una pellicola; più cerchi di documentarti spulciando recensioni in rete, dalle analisi più approfondite al commento più insignificante, più ti accorgi dell’inutilità di ciò che stai facendo: ci sarà sempre qualcuno, anche nel blog più nascosto, di parere diverso. E il bello è che costui può essere in grado di argomentare perfettamente le sue ragioni e di mandare a puttane tutto quello che hai letto in precedenza.

Dunque, scrivere di cinema non ha alcuna utilità.

Se scrivere di cinema è perfettamente inutile, perché lo fanno così in tanti? E non rispondete chiamando a raccolta i soliti buoni sentimenti tipo perché amo il cinema. La maggior parte degli amanti del cinema non scrive recensioni su un blog. Soprattutto, la maggior parte degli amanti del cinema non è composta da critici cinematografici (e meno male!).

Rispondo con una frase di Oscar Wilde che ben riassume la mia idea di recensione: “per il critico l’opera d’arte è semplicemente uno spunto per una nuova opera sua”. Quindi uno non scrive una recensione per far capire qualcosa a qualcuno (e se lo fa, di solito è con supponente aura professionale), ma per dare un senso al film che ha appena visto; lo scrittore attraverso la sua recensione/analisi/commento  riflette come uno specchio quello che ha visto in un modo che è suo e suo soltanto; il film raggiunge lo spettatore nello stesso modo per tutti (quindi in una recensione, non sopporto chi dice “a me non è arrivato”), la differenza sta tra chi lo elabora “criticamente” e chi lo lascia passare. Differenza così riscontrabile tra chi va al cinema per passare una serata rilassante e chi prova anche a discuterne, a fare del film, appunto, uno spunto per una opera sua (anche se l’opera si riduce nel 99% dei casi soltanto a semplice riflessione).

Il punto è che uno scrive di cinema principalmente per non tacere: scrivere di cinema è il mezzo, non il fine del recensore, che scrive di un film ma parla indirettamente di sé. E dunque uno legge, ad esempio, la recensione di Mattia non solo per saperne di più su un film, ma soprattutto perchè vuole conoscere l’opinione di Mattia; e lo stesso vale per i blogger che ho conosciuto in questo spazio virtuale, nel quale emerge un po’ ovunque un forte senso di comunità, in cui più ancora del cinema il legame comune è sempre quello: rivendicare il proprio punto di vista, testimoniare di esserci.

Stefano Uboldi

  • http://www.blogger.com/profile/09993226958393520486 Marco Goi (Cannibal Kid)

    riflessione parecchio interessante e che mi trova d’accordo.
    la soggettività è un valore fondamentale. anche perché in caso contrario se ne uscirebbero tutti con la stessa identica recensione e lo stesso parere…
    il cinema è un qualcosa che va vissuto e un film, per quanto obiettivamente ben girato e realizzato possa essere, può infastidire e suscitare reazioni contrastanti.
    e poi è vero, si parla di cinema, ma si parla un po’ anche di se stessi.

  • http://www.blogger.com/profile/07298155170214398381 Affari nostri

    Bel post, sono d’accordo con te. Ognuno nel film che vede mette qualcosa di suo poi nella recensione, altrimenti si avrebbero esclusivamente le trame oggettive. Sicuramente poi l’arte è soggettiva, altrimenti non mi spiegherei l’esistenza dei fan di Gigi D’Alessio tanto per fare un esempio, perchè appunto lo detesto come cantante:)

  • http://www.blogger.com/profile/13267355458580221545 Mattia

    Sono d’accordo e aggiungo una cosa che dice Maurizio Porro (noto critico cinematografico per il corriere e docente in Unimi) a lezione: “Se i registi accusano i critici di essere dei cineasti mancati, noi [i critici] possiamo dire che i registi sono dei critici mancati”. Questa frase è esemplare: i critici sono autori di loro opere d’arte. I testi sul cinema della Nouvelle Vague sono importanti quanto i loro film.

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