Hotel Chevalier

 Hotel Chevalier

(Hotel Chevalier, Usa/Francia 2007, 13 min., col., drammatico/sentimentale)

Presentato alla 64esima edizione del festival di Venezia, questo cortometraggio di Wes Anderson, funge da prologo a  Il treno per il Darjeeling, anch’esso proiettato in laguna nello stesso anno.

Lo scopo del corto è sì quello di raccontare una storia a se stante dal film vero e proprio, ma anche quello di completarlo in alcune sue parti.

Iniziamo dal racconto in sé. L’intero corto si svolge all’interno di una stanza d’albergo (Hotel Chevalier per l’appunto), dove troviamo il protagonista Jack Whitman (Jason Schwartzman) alle prese con la scelta del menù per telefono. Subito dopo riceve la telefonata dalla sua “quasi ex ragazza” (Natalie Portman), con l’annuncio del suo immediato arrivo all’hotel. Il corto, senza raccontare i dettagli della trama, continua e finisce con la presenza di Natalie Portman nella stanza di Jason Schwartzman.

Oltre ad avere lo scopo di presentare il personaggio di Jack Whitman, protagonista insieme agli altri due fratelli del lungometraggio, il cortometraggio ci spiega lo stato d’animo tenuto dal personaggio durante il viaggio sul treno Darjeeling Limited, ossia la tristezza e la desolazione per l’impossibile storia d’amore con Natalie Portaman.

Nel film, infatti, Jack tiene nella valigia i ricordi di quegli istanti passati con Natalie Portman nella stanza d’albergo: l’iPod, la vestaglia gialla (guarda un po': un’altra volta questo colore nei film di Wes Anderson), la boccetta di profumo che Natalie Portman gli mette nella valigia. Compare anche, durante il film vero e proprio, la canzone dei titoli di coda di Hotel Chevalier: Where Do You Go To (My Lovely) di Peter Sarsted. Inoltre, la storia di questo cortometraggio viene raccontata, durante il viaggio, da Jack ai suoi fratelli spacciandola come frutto della sua fantasia.

Anche qui, in questi pochi minuti, lo stile di Anderson emerge chiaramente (così come la bellezza della Portman): dalla cura che ha verso gli oggetti, ognuno dei quali ha un senso e un perchè (basti pensare alla statuetta raffigurante una divinità indiana, quasi ad anticipare la successiva avventura), alla caratterizzazione dei personaggi (la Portman e il suo stuzzicadenti) come anche i suoi ormai celebri primi piani (lei che si lava i denti).

Bellissima storia d’amore, piena di fascino e di sensualità.

Mattia Giannone

Per vedere il cortometraggio Hotel Chevalier:

hotel chevalier part 1

hotel chevalier part 2

Buona visione!

  • http://www.blogger.com/profile/05281484351080932004 Luciano

    Bellissimo corto e osservazioni acutissime sugli oggetti che sono mostrati con cura e messi ben in evidenza come contenitori di senso e non orpelli della routine.