Steven Soderbergh: Dietro i Candelabri

Non riesco a credere che il canto del cigno di Steven Soderbergh possa essere un biopic sullo showman più pagato di Las Vegas morto di AIDS nel 1987: questo mi ripetevo durante la visione. Siamo abituati ai bruschi cambi di direzione del regista hollywoodiano più prolifico di questi anni, ma a Behind the Candelabra non eravamo preparati.

Soderbergh viene spesso considerato alla stregua di poco più di un raffinato mestierante del cinema. Ma Soderbergh è l’incarnazione contemporanea del concetto di versatilità applicato al mondo del cinema.

Steven Soderbergh: Effetti Collaterali

Se The Informant era l’opera di Soderbergh che poneva in maniera esplicita la questione della crisi economica (nel 2009, al suo picco iniziale), e Contagion (2011) l’opera che esponeva metaforicamente la diffidenza tipica della società moderna, più che la biologia, Side Effects è l’opera che riassume e integra i concetti che il regista di Baton Rouge, maldestramente, aveva provato a esprimere prima degli ultimi due inciampi (Knockout e Magic Mike): effetti del disagio collettivo sull’individuo (specie quando non si “sente” direttamente coinvolto dalla crisi); il senso di alienazione; l’ansia dell’uomo che vorrebbe avere il controllo su tutte le cose; la superiorità della ragione sull’istinto.