Sound of Noise: Ola Simonsson, Johannes Stjärne Nilsson
L’irriverente, sfacciato film svedese, è molto più di una semplice parodia.
L’irriverente, sfacciato film svedese, è molto più di una semplice parodia.
Adam, 27 anni, scopre di avere il cancro. Passa i giorni di chemioterapia in attesa di una pericolosa operazione per cui ha il 50% di sopravvivere, diviso tra la fidanzata, l’amico del cuore Kyle, la madre apprensiva e una inesperta psicoterapeuta, Katie.
Due ragazzini sono coinvolti in una rissa. I rispettivi genitori si incontrano per superare in modo adulto/maturo/responsabile la controversia, ma presto cadono vittime dell’odio loro stessi…
Gil (Owen Wilson) e Inez (Rachel McAdams) sono in visita con i genitori di lei a Parigi. Lo scopo è evidente: portare a casa la promessa di matrimonio. Il fascino di Parigi, però, abbaglia ben presto la mente del giovane Gil, il quale, sedotto dalla capitale francese, non tarderà a sentirsi un’altra persona e… in un’altra epoca.
L’ultima pellicola di James L. Brooks, cineasta brillante ma conosciuto principalmente come creatore (insieme a Matt Groening) dei Simpson, è uscita in concomitanza ed è stata irreversibilmente eclissata da due colossi, “Il Cigno Nero” e “Il Grinta”. E’ un peccato che sia passato così in sordina, non tanto per la qualità dell’opera (che è discutibile), quanto perchè offre uno spunto di riflessione in merito a un genere evergreen che però solo di rado si rinnova: la commedia romantica. Ma prima veniamo al film.
Bazil (Dany Boon) ha perso il padre per lo scoppio di una mina e ha una pallottola in testa ricevuta accidentalmente dopo uno scontro a fuoco fuori dal suo negozio. Le armi non sono il suo forte. Ritrovatosi in strada, viene accolto da un gruppo di emarginati sociali che riutilizzano tutto ciò che viene catalogato come spazzatura dalla popolazione.
Scalata, caduta e ripresa finanziara dell’industria Hudsucker. Così si può riassumere questa pellicola poco apprezzata dei fratelli Coen.
Il dottor Kruger (Aurélien Recoing) gestisce una clinica che assiste degli aspiranti suicidi. Lo scopo della struttura è accompagnare le persone fino alla fine, senza però spingerli nella scelta e sperando sempre che possano cambiare idea. I pazienti sono molto variegati: un uomo che ha “perso” sua moglie a poker (Bouli Lanners), un regista in crisi (Benoit Pooelvoorde), un maniaco sessuale, un patito del Vietnam, una ex cantante d’opera e così via.
Max Fisher (Jason Schwartzman) è un ragazzo di 15 anni che frequenta con scarsi risultati il college Rushmore. I suoi principali interessi sono: le recite teatrali, fondare nuovi club o associazioni, partecipare ad ogni attività extracurriculare.
In un’America post-apocalittica invasa da zombie, la specie umana è ormai una rarità. Ma non solo: oltre ad essere in via d’estinzione, la sua carne è molto ricercata e prelibata.