Tomas Alfredson: La Talpa
“Sono orgoglioso di aver consegnato ad Alfredson il mio materiale, ma ciò che ne ha realizzato è meravigliosamente suo” (john Le Carrè)
“Sono orgoglioso di aver consegnato ad Alfredson il mio materiale, ma ciò che ne ha realizzato è meravigliosamente suo” (john Le Carrè)
Se pensavate che Von Trier avesse toccato il fondo con il pessimismo cosmico di Melancholia, si vede che non avete ancora visto A Torinói ló di Bela Tarr. Se avete trovato un film come Faust un pò noioso (avevate torto, in ogni caso), beccatevi questi 149 minuti di immobilità siderale. No, veramente: lasciate perdere.
A dispetto di molti che hanno denunciato l’eccessiva pesantezza e lentezza del film, non ho staccato lo sguardo per un secondo dallo schermo. Sulla prima cosa non ho obiezioni: non è un filmetto. Sulla seconda sono in disaccordo: Faust è un maelstrom che risucchia lo spettatore, non ha cadute di tono, cattura la mente.
Una delle gemme di questa spettacolare annata cinematografica viene dall’Iran ed è Una Separazione di Asghar Farhadi, vincitore dell’Orso D’Oro al Festival di Berlino.
Due ragazzini sono coinvolti in una rissa. I rispettivi genitori si incontrano per superare in modo adulto/maturo/responsabile la controversia, ma presto cadono vittime dell’odio loro stessi…
Driver è uno stuntman part-time che di giorno lavora in un’officina e di notte fa l’autista a ladri e rapinatori. Driver pensa e agisce come una macchina: la sua regola impone che i suoi “passeggeri” compino i loro affari nell’arco di cinque minuti, dopo i quali lui taglia la corda, con o senza di loro. La sua vita cambierà dopo l’incontro con la vicina Irene, sposata con un malvivente che lo metterà nei guai.