Mark Romanek: Beck – Devil’s Haircut
Michel Gondry: The Chemical Brothers – Star Guitar
Jonathan Levine: 50/50
Adam, 27 anni, scopre di avere il cancro. Passa i giorni di chemioterapia in attesa di una pericolosa operazione per cui ha il 50% di sopravvivere, diviso tra la fidanzata, l’amico del cuore Kyle, la madre apprensiva e una inesperta psicoterapeuta, Katie.
Michel Gondry, commercials per Smirnoff e Fiat
In risposta al mio collega, ecco invece due fantastici spot diretti da Michel Gondry, per la marca di vodka Smirnoff e per la Fiat Lancia Y10!
Stefano Uboldi
David Lynch: Mulholland Drive. (una) ricostruzione “logica”
E’ il film in cui le idee di Lynch trovano compimento, in una forma definitiva e classica dalla sintesi di un vasto discorso fatto di divagazioni cinematografiche, surrealismo, meditazione trascendentale, psicoanalisi e critica alla società dello spettacolo. E’ un film che fa a pezzi la convenzione fossilizzata del cinema hollywoodiano. Mulholland Drive rappresenta una specie di rivoluzione copernicana: un film che fa dell’intuizione, e non solo della deduzione, il suo più grande mezzo di coinvolgimento.
Martin Scorsese: Hugo Cabret
Hugo Cabret è un film tratto dal romanzo-graphic novel “La straordinaria invenzione di Hugo Cabret” di Brian Selznick. Hugo Cabret è un film per ragazzi. Hugo Cabret è un film didattico. Hugo Cabret è pura nostalgia. Hugo Cabret: l’ospizio del cinema.
David Fincher: Millenium-Uomini Che Odiano Le Donne
Ancora Millenium. Puro e semplice interesse a cavalcare, finchè si può, il fenomeno letterario del decennio? Forse sì. Uomini che odiano le donne è il remake americano tratto dal primo libro della serie Millenium di Stieg Larsson.
Steve Mcqueen: Shame
Che cosa dire di nuovo su questo film su cui sembra si sia detto tutto, e che ha diviso così nettamente la critica? Dal primo impatto avuto alla sua presentazione a Venezia, ci si è sbizzarriti sul divieto ai minori, sulle frequenti ed esplicite scene di sesso, sulla “vergogna” in definitivo, cui sistematicamente costringe lo spettatore. La mia posizione è vicina a chi lo definisce un film eccezionale.
L’arte di vincere – Moneyball: Bennett Miller
Finalmente è uscito al cinema, il filmone hollywoodiano dei buoni sentimenti: L’arte di vincere. Tutto scorre alla perfezione: c’è Brad Pitt, il baseball, la “complessa” psicologia del personaggio, il “vivere per vincere”, la storia vera. Cosa manca? Ah sì: è candidato agli Oscar. Un buon hollywoodofilo, non può non essere contento.