Bernardo Bertolucci: Io E Te

BERNARDO BERTOLUCCI

Io E Te

(Italia 2012, 97 min., col., drammatico)

Ci sono principalmente due categorie di bei film: i film che si amano nel momento in cui vengono “consumati”, ovvero quei film che osanniamo appena usciti dalla sala, ma che poi scivolano via e si disgregano e si fanno nebbia nella nostra memoria fino a diventare un ricordo lontano; e quei film piccoli, fragili, imperfetti, che andiamo a vedere incoraggiati dalle critiche positive e che comunque ci fanno storcere il naso nel buio della sala, ma che poi si aggrappano alla nostra memoria, crescendo e crescendo, fino ad affiancarsi ai ricordi migliori; e magari quella scena, quel momento in sala in cui si assiste a minuti contati di magia, non si scorda più. Io E Te rientra con tutta probabilità nella seconda categoria. Non ti si stacca più di dosso.

L’universo di Bertolucci si restringe, e dagli appartamenti decadenti della Parigi della Contestazione si rinchiude, dimesso, in uno spazio angusto di pochi metri quadrati. I protagonisti stavolta non corrono negli spaziosi corridoi del Louvre; non si mischiano ai manifestanti della Cinèmatheque Fracaise, e pure non  sperimentano i loro corpi come in The Dreamers, suo ultimo film di tanti, troppi anni fa; qui si muovono a malapena, divincolandosi goffamente in luoghi troppo stretti per due persone, e non si incollano (come nella famosa scena della vasca da bagno) ma si urtano, legandosi solo per pochi attimi in momenti di gioia unita a dolore dimesso; e mentre in The Dreamers il desiderio si faceva ben presto fisico come nell’Ultimo Tango, sfiorando morbosamente in più punti l’incesto, qui invece tutto è trattenuto, imploso, senza essere però privo di cariche fortissime, sottopelle, di sentimento e passione.

Io e Te si dissocia dalle pretese politico-autobiografiche del precedente, e sembra redimerne gli eccessi con un raccoglimento fatto di ombre, rumori e gesti rituali: è un modello esemplare di messa in scena per interni. Il regista parmense è costretto alla sedia a rotelle ma seduce ancora, con movimenti di macchina che allettano per poi colpire duro, indugiando sui volti (davvero particolari) con fulminei primissimi piani, e sui piccoli gesti più o meno comprensibili. E qui si apre una parentesi: Bertolucci dirige i suoi attori dando priorità all’azione invece che al parlato. Così capiamo molto più di Lorenzo, ad esempio, nella scena in cui immerge la faccia nel lavandino (qui andrebbe affrontato il discorso del solipsismo e dell’amore di sè, che era già embrione in The Dreamers, aspetto che potrebbe spiegare tutto il cinema bertolucciano, di cui Io E Te è una sintesi splendida) piuttosto che da tutto quello che dice, o legge, o ascolta. Al cineasta interessa quello che le persone fanno da sole, nel privato (e non manca il suo tipico approccio voyeur), dunque ciò che si fa quando non ci guarda nessuno è molto più esplicativo di quello che si fa con le altre persone. E se la prima parte (dovere di ricordare la trama: in cui il quattordicenne Lorenzo mette in pratica il suo piano di isolarsi in cantina facendo credere a tutti di essere partito in settimana bianca con il resto della classe) ci lascia più che perplessi, con una sceneggiatura che, purtroppo, risente della povertà di un soggetto da cui sembrerebbe difficile ricavare qualcosa di sorprendente, la seconda (in cui la sorellastra Olivia, eroinomane e impulsiva, irrompe in cantina) cambia decisamente le carte in gioco, e rilanciando alza la posta in tavola, passa per una sequenza che è già scolpita nel marmo (se ne è parlato ovunque e con ottime ragioni), quella del ballo sul canto italiano di Bowie, fino al meraviglioso finale, in cui Lorenzo esce dalle tenebre e abbraccia la luce.

Stefano Uboldi

 

  • http://www.blogger.com/profile/01505840319808672920 Lisa Costa

    Concordo! Continuo a difendere questo film perchè ha nella sua semplicità molta più profondità di quanto ci si aspetti. Bertolucci riesce a creare un piccolo universo quanto mai reale senza i clamori o gli scandali di The dreamers, e lo fa con grazia.

  • http://www.blogger.com/profile/11347254217489974262 Stefano

    splendido.