Lynne Ramsay: …E Ora Parliamo di Kevin

LYNNE RAMSAY

…E Ora Parliamo di Kevin

(USA/UK 2011, 112 min., col., drammatico)

Chiedo venia per il ritardo della recensione; ma …E Ora Parliamo Di Kevin meriterebbe d’essere considerato e studiato con l’attenzione che merita. Quali ragioni per ripescarlo adesso dopo diversi mesi dall’uscita nelle nostre sale? L’eccellenza del risultato e la passione del tema, quello della maternità, mai affrontato altrove come nei termini espressi da questa pellicola.

Per chi non l’ha visto, il film segue le vicende di una madre il cui figlio (Kevin) ha compiuto una strage a scuola. La donna è perseguitata dai parenti degli studenti massacrati, è ridotta a nascondersi in casa per non mostrare la sua faccia; nel frattempo ricorda alcuni episodi della vita con il figlio, che per intenderci è un vero e proprio mostro, subdolo bastardo sadico malvagio al limite della sopportazione, il quale si prefissa, come obiettivo nella vita, l’annichilimento e la mortificazione della madre in ogni modo immaginabile. La domanda che il film si pone è: Può una madre amare comunque un figlio che è l’incarnazione del Male?

In poche parole, questo film è letteralmente sorretto da una collaborazione di ferro tra la sua autrice, Lynne Ramsay, e la sua interprete, Tilda Swinton.

Devo dire che oggi sono poche le registe in grado di sorprendermi, ma Lynne Ramsay qui è riuscita a realizzare qualcosa di eccezionale. Una simbiosi-identificazione totale con il tema della pellicola, sviluppata per mezzo di una progressione dal timbro sperimentale, frammentata, a tratti ostica ma mai distaccata, anzi personale; tutto è giocato sul piano della struttura, della musica e della fotografia: questi  i pilastri della pellicola. La sensazione che si prova è singolare: non sembra che questi elementi siano, come in genere succede, una cosa “in più” dell’opera; tutt’altro, gli elementi qui sono costitutivi al punto da essere l’opera. …E Ora Parliamo di Kevin trova la sua ragion d’essere attraverso la sua struttura, musica e fotografia, ed è un’esperienza audiovisiva strepitosa, che ne “intacca” lo spirito a fondo, sicchè la successione delle sequenze riflette gli stati emotivi della madre, in un continuo gioco di rimandi e allucinazioni-sogni (la sequenza iniziale del bagno di pomodori è tra le più belle mi siano capitate di vedere quest’anno).  Le inquadrature, specie quelle fisse, sono studiate con l’attenzione che si dedicherebbe solo alla fotografia d’autore, con la loro geometria degli spazi rigorosissima e con quello spiccato senso cromatico che vira spesso e volentieri sul rosso (tutto richiama il sangue, ma il sangue non si vede mai: geniale!). La musica, e in generale i rumori che fanno da sottofondo ai momenti più duri (sono anch’essi un richiamo alla memoria devastata della protagonista) è altresì utilizzata in maniera davvero spiazzante, collocata sistematicamente dove fa più male.

E poi Tilda Swinton. La gelida attrice di Michael Clayton dà forse la prova migliore della sua carriera; la gabbia della maternità contrapposta allo scenario alternativo di una vita libera, il dolore e la sofferenza che il figlio provoca fin dall’utero materno, i tentativi amorevoli mai ricambiati da un figlio cieco e sordo nei confronti di qualsiasi manifestazione d’affetto, gli struggenti tentativi di riavvicinamento a causa dei quali viene sacrificata ogni ambizione professionale, i tormenti interiori e il senso di colpa per un’odio tanto innaturale (è pur sempre una madre) quanto giustificato (tutto il male che Kevin infligge agli altri è indirettamente rivolto a lei); una donna divisa tra volontà di fuga e di lotta, in bilico tra le aspirazioni artistiche e le comodità borghesi, un disagio che cresce e cresce e si fa carne nel diabolico figlio. Un’interpretazione che solo un’attrice combattiva poteva sopportare, niente meno che un calvario.

Un capolavoro di quest’anno che valeva la pena ricordare.

Stefano Uboldi

  • http://www.blogger.com/profile/01505840319808672920 Lisa Costa

    Da quanto mi ha scioccato dubito riuscirò a rivederlo. Potente e forte come pochi, e per questo una gran bella opera.

  • http://www.blogger.com/profile/03534531587731563437 Rumplestils Kin

    Grandissimo film. Dramma dell’anno, come minimo.

  • http://www.blogger.com/profile/11347254217489974262 Stefano

    già. in realtà questo l’ho visto ben 3 mesi fa, ma non ho dimenticato neanche una scena. E nemmeno il suono degli irrigatori…

  • http://www.blogger.com/profile/11347254217489974262 Stefano

    anticipo che è già nella top 10 di fine anno!

  • http://www.blogger.com/profile/08578499393485878116 Enrico Baroni

    ehi venite su nonsoloci.blogspot.it

  • http://www.blogger.com/profile/11347254217489974262 Stefano

    Ciao, se vuoi aggiungiti fra gli amici! noi non mancheremo di fare lo stesso sul tuo blog

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