Commento agli Oscar 2012

Tutto previsto, tutto calcolato. The Artist era il film da battere e non è stato battuto. Non sono bastate le malinconiche visioni di Hugo Cabret, a sconfiggere ciò che è stato banalmente chiamato: “il film muto nell’era del 3D” (mi vien da rabbrividire quando sento una cosa del genere). Non è un film muto, ma un film sonoro sul muto e questo pochi l’hanno capito (forse neanche Hollywood, sennò a quest’ora la pellicola francese sarebbe nel dimenticatoio, in quel grande baule cinefilo in compagnia di un bel bouquet di pellicole: Miracolo a Le Havre, Melancholia, Faust e così via).
Devo dire la verità, sono contento per Jean Dujardin. Attore comico francese, sempre in film di medio e basso livello in Francia o nella serie CameraCafé d’oltralpe, ha meritato questo Oscar. La sua interpretazione è brillante, solare e impeccabile. Che sia solo una cometa? Chi se ne importa. Ora è bravo, ora deve essere premiato. Fa già discutere il suo nuovo film Infedeli (tolti manifesti per Parigi perchè mostravano la donna come un oggetto), e già molti lo vedono in declino. Sicuramente Hollywood busserà alla porta, speriamo non si perda (basterà forse seguire le orme di Marion Cotillard, sobria, seria e priva di manie di protagonismo)
Hugo Cabret (non l’ho ancora visto, ma il socio in affari Stefano Uboldi sembra essere stato chiaro), era più un film da incantatori di serpenti: proponeva l’amore per il cinema senza alcuna novità (a differenza di The Artist, quello sì un film per cinefili) e molti ci sono cascati (magari ci cascherò anche io fra qualche giorno) anche per via del 3D (tecnologia, per ora, da “tutto fumo e niente arrosto”). Hugo si è dovuto accontentare dei premi di rincalzo (da segnalare l’Oscar per la scenografia agli italiani Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo). Almeno ha vinto qualcosa; George Clooney e Brad Pitt stanno ancora rodendo.
Meryl Streep è una conferma, non una novità; scontato Una separazione per il miglior film straniero, un bravo a Woody Allen per l’ottima sceneggiatura di Midnight in Paris e a Octavia Spencer per il premio “miglior attrice non protagonista” in The Help. Miglior montaggio per il film di David Fincher? Lo avrei ancora dato a The Artist per il suo montaggio alternato da film del primo Novecento, ma era troppo, bisognava essere generosi e altruisti.

Mattia Giannone

  • http://www.blogger.com/profile/11347254217489974262 Stefano

    Già. Se trascuriamo il bouquet di pellicole dimenticate, in fondo i premi erano più azzeccati del solito. Giusto premiare Hugo per la forma e The Artist per il contenuto. E poi, che bello l’Iran premiato dagli Usa, la patria del cinema! Niente commenti su Malick la cui opera vive in una dimensione tutta sua esente da critici ultrasettantenni che assumono ancora Via Col Vento (1939) come canone rappresentativo della Bellezza cinematografica. Unica delusione: la vittoria banalissima della solita onnipresente Meryl Streep