Tutti a casa

Tutti a casa

(Italia/Francia 1960, 117 min., B/N, guerra/commedia)

Siamo in Veneto; il giorno è l’8 settembre 1943, famoso per l’armistizio. Il sottotenente Innocenzi (Alberto Sordi) e il suoi soldati apprendono tardi la notizia di Badoglio (“Signor colonnello, accade una cosa incredibile… I tedeschi si sono alleati con gli americani! Ci stanno attaccando!”). Non sapendo che pesci pigliare, Alberto Sordi e i suoi uomini si dirigono verso il primo centro militare italiano. Lungo la strada, però, il suo reggimento si sfalda: i soldati sono stanchi e desiderano tornare a casa. Tutti, tranne il geniere Ceccarelli (Serge Reggiani) – che deve arrivara a Napoli – e il sergente Fornaciari (Martin Blaser) – che abita nelle vicinanze -, abbandonano Innocenzi. Sconfortato anch’egli dalla situazione, decide di tornare nella sua Roma, dove abita con il padre (Eduardo De Filippo). Si renderà subito conto, però, che l’idea del padre è di ri-arruorarlo nell’esercito fascista. Dopo essere scappato da casa e aver accompagnato il geniere Ceccarelli a Napoli (il quale troverà la morte a pochi metri dalla sua abitazione), Innocenzi si renderà conto che la vera casa, a questo punto, è la resistenza partigiana.

Straordinario film di Luigi Comencini, capace di di mescolare con eleganze quei caratteri che saranno propri della “commedia all’italiana”: risata amara e riflessione, dramma e commedia; così come la “presa di coscienza” del protagonista, nonché il mutamento della sua psicologia.

Alberto Sordi è sinonimo di certezza, quando si parla di una pellicola come questa. Le sue gags, la sua fisicità, come la sua ingenuità da italiano medio-basso non possono non suscitare tenerezza nello sguardo dello spettatore.

La sceneggiatura è di: Luigi Comencini, Age & Scarpelli, Marcello Fondato.

Mattia Giannone