Inception

Inception

(Inception, Usa/UK 2010, 148 min., fantascienza/thriller)

La mente umana è sempre stata oggetto di studio di molte discipline, ma anche fonte d’ispirazione nelle varie arti. I film di Christopher Nolan rientrano perfettamente in questo interesse.
Se in Memento (2000) l’interesse era rivolto alla memoria umana a breve termine e alla “temporalità orizzontale” (il tempo è inteso come un susseguirsi di eventi cronologici, anche se nel film avviene il contrario, ossia una “deframmentazione temporale”) e nei due Batman alla psicologia di singoli personaggi (nel primo a quella di Batman stesso e nel secondo a quella di Joker), in Inception (2010) viene affronata la “temporalità verticale”. Non un susseguirsi di azioni, piuttosto azioni che si svolgono in “tempi altri” e con altri. Come e dove è possibile tutto ciò? Nel sogno!
La domanda iniziale, pertanto, è: cosa succede se delle persone riescono a condividere dei sogni e ad affrontare questi come se fossero realtà?
Don Cobb (Leonardo DiCaprio) è un ladro rinomato di idee, che riesce a “estrarre” entrando nei sogni e, quindi, nel subconscio umano, durante il sonno. Questa è la sua routine; una routine pericolosa che lo ha reso si famoso, ma allo stesso tempo lo ha condannato alla lontananza da tutto ciò che ama. Tutto potrebbe cambiare quando decide di accettare una missione difficile: lui e la sua squadra (formata dagli attori Joseph Gordon-Levitt, Ellen Page, Tom Hardy, Ken Watanabe, Dileep Rau) devono questa volta “impiantare”, dare inizio (inception, appunto) a una nuova idea in un soggetto che in realtà e da solo, non ha mai concepito. Sarà necessario entrare in profondità del subconscio individuale (sognare nel sogno) per poter effettuare la missione. Riuscirà Cobb – il quale dovrà affrontare anche il suo passato (Mal, ossia Marion Cotillard) – e la sua squadra a compiere la missione?
L’orignalità e la costruzione del film non ha pari; l’unico difetto, a mio avviso, è la necessità del regista – spinto senz’altro dalla produzione e dall’obiettivo, già raggiunto, di fare incassi – di farne una pellicola d’azione. Certo, i soldi fanno gola a tutti e l’idea che “più c’è azione, più ci sono spettatori” è, purtroppo, dura realtà. Ad ogni modo, la critica è unanime (e io mi aggrego): si tratta di un bel film!

Mattia Giannone
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    C-A-P-O-L-A-V-O-R-O. Erano anni che non uscivo dal cinema così soddisfatto.
    Riguardo la scelta ti Nolan di coniugare in egual misura tramona pestameningi e azione boom-boom-crash, non posso che essere felice. Alleggerisce una storia complicata rendendola più accessibile ed emozionante, permettendolo anche di fare tutti i soldi (e più) serviti per la sua realizzazione.

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