Fargo

Fargo

(Fargo, Usa 1996, 98 min., col., Poliziesco/Commedia nera)

Il gestore di una concessionaria di auto, Jerry Lundegaard (William H. Macy), si ritrova senza soldi. Escogita, allora, il rapimento della moglie e la conseguente richiesta di riscatto all’antipatico suocero, con l’aiuto di due malvimenti (interpretati da Steve Buscemi e Peter Stormare). Quello che doveva essere un innocuo raggiro si trasformerà via via in tragedia e solo la poliziotta Marge Gunderson (Frances McDormand) riuscirà a risolvere il caso.
I fratelli Coen riescono ad affrontare nelle loro pellicole molti generi cinematografici, riuscendo ad unire ironia e azione in maniera unica. Questo è, a mio avviso, ciò che rende speciale i loro film e che ci si attende ogni volta che esce una loro pellicola nelle sale.
Fargo, infatti, mostra in maniera evidente la stupidità della violenza umana. Se da un lato le battute dei due malviventi (ad esempio quando Steve Buscemi dice “Ma lo sai che il sangue di quella donna mi ha fatto un certo effetto!” e Peter Stormare risponde “Sempre meglio di quando sull’ottovolante mi hai vomitato sulla giacca!”) esprimono superficialità, dall’altro mettono in luce tutta la profondità del problema in questione.
I personaggi del film, sono dei semplici. Jerry, si raccomanda un migliaio di volte con i malviventi di svolgere un “lavoro pulito” e senza problemi. Ma come può un rapimento e un riscatto essere un lavoro pulito? Anche i malviventi sono degli ingenui, quasi irreali: i loro errori e le loro disattenzioni saranno fatali.
Detta così, il film sembra essere una condanna a tutte le persone semplici di questo mondo. Invece no, perchè colei che salva la storia non può essere considerata una luminare. La poliziotta Marge Gunderson, risolve l’inchiesta piano piano, passo dopo passo e con molta lentezza; senza arguzia e senza ingegno. E’ incinta, goffa nei suoi movimenti e molto stanca.
Fargo è un film poliziesco e d’azione, ma paradossalmente è lento se si segue la narrazione dal punto di vista dell’agente. Forse è il clima – c’è solo neve e ghiaccio – il vero protagonista della vicenda.
Vincitore a Cannes della Palma d’Oro per la migliore regia (1996) e di due premi Oscar (1997): migliore sceneggiatura originale e, meritatamente, migliore attrice femminile (Frances McDormand).

Mattia Giannone